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Il prodigioso pianoforte di Paolo Restani.
– DAILY NEWS

Restani è un vero genio del pianoforte e un virtuoso nel senso più vero della parola. Il pubblico è stato rapito da ogni sua interpretazione.
– ARAB TIMES

Restani conquista Carnegie Hall.
– LA NAZIONE

Restani incanta New York.
… Rachmaninov e Chopin, standing ovation già alla fine del primo tempo. Un’emozione che si è ripetuta lungo tutto il programma con ben cinque bis. Restani ha commosso il pubblico di Carnegie Hall per intensità interpretativa e per l’anima che ha messo in ogni singola nota.
– IL GIORNALE

Paolo Restani debutta a New York. Il prediletto di Riccardo Muti porta l’eccellenza italiana a Carnegie Hall.
– PANORAMA

Nel suo terzo recital a Istanbul Paolo Restani ha evidenziato una carismatica e formidabile presenza scenica e un portamento veramente aristocratico, la sua eleganza nel suonare ricorda un certo tipo di pianismo del tempo passato.
La sua interpretazione di Brahms è calma e riflessiva, persino sognante. Ciò che colpisce particolarmente è la sua capacità di ricordare Schumann attraverso Brahms, ideale consequenzialità del fervido periodo romantico tedesco. L’accuratezza, la brillantezza e la luminosità con cui Restani affronta e traduce Brahms dimostrano il suo altissimo livello. Mentre il repertorio prende forma, il pianista mantiene tutto sotto controllo senza concedersi la minima esitazione. Si trattiene da ogni estrema dinamica in un insieme coerente veramente brahmsiano: proprio come aveva previsto lo stesso Brahms.
– ENANDHEARD INTERNATIONAL

Nel recital è stata ricostruita la figura di Liszt nei suoi molteplici percorsi artistici. Una figura complessa, che nasconde sotto le spoglie del tecnicismo e del virtuosismo uno spessore di ricerca musicale che qui si è potuto toccare con mano. Soprattutto quando, a definirne la complessità, si è ascoltata la versione degli Études d’Exécution Transcendante che ne ha dato uno dei protagonisti del pianismo contemporaneo, Paolo Restani, che sembra essersi messo alle spalle tutti i tranelli virtuosistici per portare alla luce ogni particolare melodico e armonico del capolavoro lisztiano.
– AMADEUS

Restani ha suonato alla Scala il Quintetto op. 34 di Brahms con il quartetto scaligero dando poi un saggio della sua eccellenza solistica nella Rhapsodie Espagnole, folies de Espagna et jota aragonesa di Liszt.
– LA REPUBBLICA

Restani e il Quartetto d’archi della Scala, appena cominciano a suonare, si incendiano di mille colori. Di Franck, i cinque musicisti offrono un’interpretazione del Quintetto con pianoforte in fa minore realmente luminosa, ben concertata e carica d’arte: un’interpretazione impeccabile secondo un’idea centrale esposta lucidamente e pienamente sostenibile. Perfetto equilibrio, esattezza, bilanciamento indovinato e una sonorità generale molto attraente.
– DIARIO LA NACION

Restani ha dimostrato una notevole dimensione come pianista di musica da camera, sia per la qualità del suo suono che per la ineccepibile parsimonia del pedale, per l’indovinato equilibrio con gli archi e per la generale brillantezza ritmica, in un programma che presentava quanto vi era di meglio per quartetto d’archi e pianoforte, il Quintetto in fa minore di Cesar Franck e il Quintetto op. 34 di Brahms.
– DIARIO CLARIN

Ad avere pregevole rilievo è un dominio tastieristico senza ombre. Più che la varietà delle gradazioni sono la naturalezza e l’incisività della sua tecnica spettacolare, nei contrasti tra lievità e rudezza, a segnarne ampiamente l’evidenza.
– GIORNALE DI SICILIA

Nel suo debutto a Istanbul Restani ha creato le sonorità più profonde e potenti evocando la vivida grandezza e la sensibilissima malinconia di Liszt. Il vero Liszt ci è arrivato dal palcoscenico.
– SUNDAYS ZAMAN

Nella trasposizione delle musiche dal Parsifal, dal Lohengrin, da Tristan und Isolde cosi come quelle del Requiem di Mozart e del Trovatore, era impossibile non sentire la personalissima voce di Liszt e, con quella, il suono di un pianoforte in gara con se stesso, su cui la tecnica pianistica era impiegata per evocare altro da sé e il virtuosismo esulava dalla mera esibizione di bravura.
– GAZZETTA DI PARMA

Nel Lèlio di Berlioz, accanto a Riccardo Muti, va sottolineata l’arte e l’abilità di creare atmosfere iridescenti del pianismo di Paolo Restani, determinante nella creazione di certi inediti colori orchestrali.
– IL GIORNALE DELLA MUSICA

Chi si aspettava di godere del Restani romantico che tutti conoscono sono rimasti delusi. Ma il suo Mozart e il suo Mozart-Liszt sono stati un gioco sottile di suoni e armonie che arrivano dentro e lavano l’anima. Questo era ben percepibile anche se in altalena con il racconto di Chiara Muti sulla storia della vita del grande compositore.
Da rigoroso interprete quale è, Restani ha regalato quella trasparenza che mette in evidenza la sua ricchezza interiore, nonché la sensibilità con cui ha creato il suo percorso artistico.
– IL SECOLO XIX

Paolo Restani, ci sia consentito di usare l’espressione, ha fatto all’amore con il pianoforte, o con le partiture… e con il suono dolce e corposo, possente e lieve nel contempo via via che i tasti del pianoforte, dal pianissimo al grave, toccati, palpati, accarezzati o pulsati… anche strapazzati, assumevano tonalità e colori financo contenuti, evocanti nature sconfinanti e tenebrose, romantici paesaggi e distese boschive. Complice certamente il tema del concerto: il virtuosismo di Liszt: gli Studi Trascendentali… Ma si è colto nella sua esecuzione quel “quid” che distingue l’interprete dal genio, l’esecutore dal creatore, come l’amico dall’amante. Sono queste percezioni che il pubblico ha avvertito. Unitamente ad una padronanza tecnica strabiliante, a una capacità di lettura filologica del virtuosismo lisztiano davvero profonda e chiara.
– MUSICULTURA

Dotato di un eccezionale virtuosismo, ma anche di una tecnica del suono di straordinaria sottigliezza, Restani ha raggiunto in Liszt e Rachmaninoff i risultati interpretativi di più alto valore storico. Nella straordinaria esecuzione dei 12 Preludi di Rachmaninoff si evince, ascoltando l’esecuzione, il segno del talento pianistico del giovane Rachmaninoff.
– IL QUOTIDIANO DELLA SERA

Quel che colpisce l’ascoltatore più attento nelle esecuzioni di Restani, non è la tecnica formidabile – che è fuori discussione – ma la costante, feconda concentrazione sullo spirito delle pagine eseguite; il suo scavare a fondo nei significati più riposti, per riesprimerli con sincera adesione. E’ proprio l’assoluto dominio del problema tecnico che permette a Restani di andare con totale sicurezza al nocciolo del problema interpretativo, senza preoccupazioni di sorta. Di qui un livello di esecuzioni di straordinaria efficacia, che comprensibilmente avvince il pubblico… Alle ripetute richieste di bis, Restani ha concesso fuori programma una a dir poco travolgente esecuzione dello Studio Trascendentale noto come Mazeppa.
– LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Paolo Restani, fortemente applaudito al teatro Olimpico di Roma. La sua chiarezza e sicurezza sulla tastiera richiamano alla memoria i grandi nomi della tradizione pianistica italiana.
– IL CORRIERE DI ROMA

L’orchestra ha eseguito un concerto con un pianista d’eccezione, Paolo Restani, che in ogni sua esibizione fa il clou dell’attrazione del pubblico sino all’esaurimento di tutti i 1.800 posti della capienza della sala… Nell’esecuzione del Concerto nr. 2 di Saint-Saëns il contenuto è raffinato e sofisticato e rivela sempre un pianista fortificato da una grande sicurezza tattile nei suoi tocchi leggeri o forti… Con il suo pianoforte in primo piano sul proscenio dialoga in continuum con l’orchestra.
– IL CORRIERE DI ROMA

Paolo Restani, da molti anni sulla breccia con programmi sempre impegnativi, noi lo ascoltammo al suo debutto, appena sedicenne, all’inizio degli anni Ottanta. Lo aveva invitato Francesco Siciliani per la stagione da camera dell’Accademia di Santa Cecilia. Dopo quell’esordio, Restani ha proseguito la sua formazione, approfondendo anche la composizione e presentandosi di volta in volta con programmi sfida, dove la prestanza tecnica si è accompagnata ad una sempre maggiore interiorità.
– IL GIORNALE

Restani ha interpretato il Concerto nr. 1 op. 23 di Tchaikowsky in modo magistrale con un pianismo di grande misura. Ha dispiegato il suo virtuosismo, quando era necessario e, per gli altri passaggi, un’esecuzione in forma concertante. Questa è senz’altro la lettura migliore rispetto alla tendenza generale di rendere brillante l’opera che finisce con essere appiattita nella sua squisita fattura. Grande capacità tecnica nei complicati arpeggi e un esemplare uso del pedale sono state le altre qualità della sua ammirevole esecuzione.
– EL MERCURIO

Paolo Restani, senza dubbio un artista di gran classe, ha eseguito diversi Studi e Preludi di Rachmaninoff, Chopin e Liszt con un’armoniosa tessitura, una corposa tensione e un fraseggio particolarmente attraente in un intrigante intreccio di elementi dinamici, ritmici ed espressivi di grande respiro.
– LA PRENSA

Il pianista Paolo Restani ha dato prova di perfezione e delicatezza affrontando i Preludi di Rachmaninoff, il famoso Studio op. 25 nr. 7 di Chopin – omaggio al cantabile di Bellini, tanto ammirato dal compositore polacco – e quattro Studi degli Etudes d’Exécution Transcendante di Liszt, presentati in una visione contenuta, elegante ed eccezionalmente gradevole, merito di un pianista che non si ferma al Liszt del virtuosismo appariscente ma che lo esalta come creatore di rivoluzionarie idee e finezze musicali.
– DIARIO LA NACION

I Beliner Symphoniker arrivano con un solista che ci ha colpiti al primo impatto e non abbiamo più smesso di seguire. E’ il pianista Paolo Restani. Un trentaseiennne portato dal desiderio di entrare nel novero di quelli che hanno qualcosa da dire. L’abbiamo incontrato all’Alighieri di Ravenna. Solista della serata organizzata da Ravenna Festival 2004. Attorno a lui la Filarmonica della Scala. Sul podio Riccardo Muti. Lontano e mitico allievo dello stesso maestro (Vincenzo Vitale) che fece in tempo a dare l’impronta, magari anche solo ideale, pure a Restani adolescente. In quell’occasione ci aveva colpiti l’intesa assoluta quasi spontanea tra direttore e pianista. Il taglio virtuoso del solista e assieme la sua capacità di afferrare le sfumature sentimentali e psicologiche. Fatto particolarmente evidente nel programmato Secondo Concerto di Liszt che, celebrando il doppio dell’uomo, alterna pianissimi impercettibili e fortissimi esasperati, silenzi pieni di attesa e esplosioni inaspettate, indifesi abbandoni e tesa vigilanza.
– IL GIORNALE

Il prodigio si ripete quando entra in scena il pianoforte di Paolo Restani dialogando con la Philharmonische Camerata Berlin con una precisione che non è solo tecnica ma concettuale autorevolezza, sgranando abilmente tutte le preziosità che questa pagina richiede all’esecutore. Precisione e profondità di lettura riproposte anche nell’acclamato bis.
– IL MATTINO DI PADOVA

Restani conquista con il lirismo estenuato ma mai compiaciuto e con la prepotenza della sonorità in perfetto equilibrio con Riccardo Muti e l’Orchestra Filarmonica della Scala… La lezione ravennate ne fa la musica più struggente del mondo.
– CORRIERE DELLA SERA

Appassionatamente accompagnato da Muti, Restani ha reso il Secondo Concerto di Liszt con acceso virtuosismo e sonorità ficcanti, esaltandone la frammentaria visionarietà.
– IL GIORNALE DELLA MUSICA

Gli allievi Muti e Restani rendono omaggio a Vitale.
Stasera al Ravenna Festival direttore e pianista hanno esaudito un desiderio cullato dal musicista scomparso vent’anni fa: vederli suonare insieme.
– LA REPUBBLICA

Restani si è fatto le ossa del virtuoso, dotato di una tecnica eccezionale e di un pronunciato senso del fraseggio (e di una magnifica mano sinistra). Penso agli splendidi passaggi discendenti del “Totentanz” eseguiti alla maniera di Michelangeli!
– CORRIERE DELLA SERA

Convincente il Concerto “Imperatore”, specialmente quando il pianista si è abbandonato ad un virtuosismo lucido e infallibile che giustificava non solamente il titolo ma anche la sostanza stessa della pagina. Quei trilli e quelle ottave, gli arpeggi e le bordate di accordi sotto le dita di Restani hanno ritrovato la loro ragion d’essere e il loro trionfo, accendendo l’entusiasmo del pubblico che è stato ripagato con due splendide pagine di Rachmaninoff che hanno esaltato la sensibilità del pianista.
– IL RESTO DEL CARLINO

In quanti altri luoghi è concesso al pubblico l’ascolto integrale (ma integrale davvero!) degli Studi di Chopin e degli Studi Trascendentali di Liszt, e da un pianista, Paolo Restani, che madre natura si è divertita a dotare intellettualmente e musicalmente in misura superlativa?
– IL SOLE 24 ORE

Restani ha confermato di essere in assoluto una delle realtà più solide e illuminanti fra i pianisti della sua generazione… Emergono, ascoltando il suo repertorio, due qualità: un dominio totale, inscalfibile del magistero digitale pianistico, e un’assoluta chiarezza di lettura, tesa a rendere trasparente e percepibile ogni minimo dettaglio di scrittura… Restani appartiene anche a una tipologia di artista carismatico, dotato di presenza scenica e anche di comunicativa immediata col pubblico, in virtù di una sua partecipazione totale alla musica che esegue.
– CORRIERE MERCANTILE

Il pianista italiano è ritenuto attualmente uno dei più validi e godibili interpreti di Liszt tanto che i conoscitori vedono in lui il degno successore del celebre virtuoso Vladimir Horowitz… E’ magistralmente riuscito ad avvicinare gli ascoltatori alla musica di Liszt, spesso non facilmente comprensibile e difficilmente orecchiabile, ed ha saputo ricreare in maniera grandiosa le immagini musicali dei tre Studi “Paysage”, “Feux Follets” e “Chasse-neige”.
– OFFENTLICHES ANZEIGER

Paolo Restani con la Stuttgarter Philharmoniker ha suonato in modo ammirevole, diremmo straordinario, la grande pagina romantica di Tchaikowsky, ed ha trascinato all’entusiasmo il pubblico.
– LA REPUBBLICA

Restani impeccabile pianista lisztiano.
Nei due Concerti di Liszt diretti da Claus Peter Flor si è confermato tale per la padronanza del linguaggio e per l’impeccabile “aplomb” strumentale, per la dote rara di saper risolvere le grandi opere dell’epoca che fu con la sensibilità di oggi.
– LA REPUBBLICA

La musica che Paolo Restani ha eseguito con successo sorge dalla sentimentalità e musicalità, nonché dal mai aggredito virtuosismo tecnico. Il pianoforte di Restani è bello, pieno e dona felicità.
– DELO DI LJUBLJANA

In ricordo di Michelangeli al Festival Internazionale di Brescia e Bergamo: Restani incanta il Teatro Grande con il Secondo Concerto di Liszt e le Variazioni Sinfoniche di Franck.
– BRESCIAOGGI

Ha fatto balenare nel Totentanz di Liszt, tanto nella parte solistica che nelle parti con orchesta, quei timbri che permettevano di riconoscere un personale “Dies Irae”. Era il mondo della liberazione dall’oscurità mediante la musica.
– KURIER

Paolo Restani ha dimostrato una tecnica e una nitidezza ammirevoli, nelle Variazioni di Chopin ha potuto esprimere la luminosità del suo tocco e, negli episodi più virtuosistici, è stato assolutamente infallibile.
– EL MERCURIO

Paolo Restani ha meravigliosamente eseguito grande musica, regalando agli ascoltatori un indimenticabile concerto. Il pubblico, in piedi, lo ha ringraziato con un’ovazione.
– GLAUBE UND HEIMAT

Nell’esecuzione di Chopin sono sorprendenti le affinità di Restani con Vladimir Horowitz per il timbro, la varietà del colore e lo charme della melodia.
– ALLGEMEINE ZEITUNG

Paolo Restani è un giovane pianista non ancora trentenne, da molti anni avviato lungo una carriera sicura; il forte dominio della tastiera che aveva subito contrassegnato le sue prime apparizioni in pubblico quale tratto prevalente, appare oggi intatto nella sua prestanza ma come attraversato da una consapevolezza che lo guida a risultati ben più convincenti. Ed il crocevia proposto dal programma è apparso come rivelatore di tale riflessività… Il suo controllo è risultato prezioso nell’avvolgere i cinque brani dei Miroirs raveliani entro quella luce misteriosa ed arcana che già si dirama, come tratto dell’enigmicità del musicista, in quest’opera le cui radici, per altro verso, suggono ancora linfe del grande humus lisztiano. E pure gli aforismi schoenberghiani hanno preso vita con trasparente segno, davvero kandiskijano, mentre poi tutto il vibrante armamentario tastieristico posseduto da Restani ha potuto entrare in azione nel rivivere, davvero vertiginosamente, il grande scatto stravinskiano dei Trois Mouvements de Petrouchka.
– LA GAZZETTA DI PARMA

Alternando i suoi meravigliosi assolo con gli assiemi dell’orchestra il pianista italiano ha conquistato il pubblico con la sua tecnica sicura e brillante unita in maniera straordinaria al suo formidabile sentimento.
– EL MERCURIO

Tutto si risolveva nella valorizzazione dell’invenzione musicale, nella ricerca timbrica. Questo Liszt unico (letteralmente: non ricordiamo un concerto lisztiano come questo).
– MUSICA VIVA

Restani, dotato di una magnifica naturalezza pianistica che gli permette di affrontare con totale tranquillità le maggiori difficoltà tecniche, ha inoltre mostrato una linea interpretativa molto personale, soprattutto nel fraseggio e nella pedalizzazione, ad esempio nella sezione finale della Rapsodia Spagnola, con un intelligente impiego del pedale tonale, o nel Preludio op. 32 nr. 5 di Rachmaninoff, che ha suonato come bis, dove, fondendo le armonie della mano sinistra, ha realizzato un bellissimo colore.
– LA NUEVA ESPANA

Ventiquattro anni e dieci di carriera. Restani suona con assoluta e disarmante sincerità, rivelando dinanzi a Brahms e Beethoven infiniti tentativi amorosi di riscossa stilistica.
– CORRIERE DELLA SERA

Armato di un atteggiamento indagatore del territorio immenso che andava ad esplorare. Il primissimo sintomo di questo spirito l’abbiamo colto… in una pausa: quella tra le Variazioni e i Kreisleriana. Il giovane pianista, spentasi l’ultima nota del primo brano, non si alzava, ricacciava gli applausi nelle mani del pubblico, quasi a voler sottolineare il legame fra le due composizioni, l’essere il brano brahmsiano, in un certo senso, l’atrio del tempio. Anche altrove certe sfumature ci hanno parlato di un musicista attento all’importanza di certi particolari: la scelta delle pause tra uno Studio e l’altro, per esempio, micrometricamente calibrate a suggerire cesure e legami, come a rimappare la geografia delle dodici gemme.
Il suo viaggio intorno al Romanticismo pianistico s’è così sviluppato partendo da propositi di estrema, ascetica attenzione ai testi, mantenuta tale per tutto il concerto, con le poche aporie che, sole, invitavano ad ulteriori ascolti negli anni a venire. Restani cura i particolari, e adotta gli accorgimenti idonei allo scopo: basti osservare il duttile ondeggiare del polso, le sapienti scelte tra pedale, mezzo pedale e così via frazionando, il gusto per il fraseggio non banalizzato, scevro però da certi eccessi furbettamente anticonformistici che a volte dobbiamo subire. Tutto ciò proietta il suo suonare in una dimensione di accuratezza trascendentale, al cui interno una nota al grave appena più forte del giusto, un’arcata non portata a termine si avvertono proprio perché tutto il resto è talmente ordinato e consequenziale da non lasciare spazio al minimo sconfinamento. Il progetto interpretativo appare già adesso chiaro e delineato: egli percorre la strada degli interpreti classici, la strada dell’affidarsi all’autore più che proporsi come suo traduttore o eversore, facendo perno su una lettura mirata ad evidenziare lo scheletro compositivo in sè, ed a rimporparlo con i colori e le dinamiche che la struttura stessa suggerisce. Si tratta di obbiettivi di altissimo livello, che Restani attingerà quando (e il momento non è probabilmente lontano) il suo controllo dell’evento sonoro sarà totale: fermo restando che artisti notoriamente poco controllati come, tanto per fare un nome, Martha Argerich, se ne infischiano bellamente e saltabeccano di qua e di là. Ma si tratta di altre poetiche.
– GAZZETTA DEL SUD

Alle volte sono le minuzie che custodiscono le rivelazioni più significative: il modo in cui Restani ha eseguito la pagina di apertura delle Kinderszenen di Schumann è risuonato come la promessa di un pianista fuori dell’ordinario. E’ poi solo una paginetta. Si intitola Von Fremden Laendern und Menschen. A esserne capaci la si può trasformare in un intimo rito di nostalgia, esitante ricordo, infantile incantamento. Lui, Restani, ne è capace. Così come è stato capace di restituire con incredibile poesia una pagina lisa come Traumerei.
– LA REPUBBLICA

Ha delineato con pochissimi cedimenti tutto l’enorme arco formale degli Studi Sinfonici di Schumann, ha reso con profonda interiorizzazione le Variazioni sopra un tema di Schumann di Brahms, ha giocato un pezzo come la Rapsodia Spagnola di Liszt tutto sul colore invece che sulla prodezza virtuosistica . E’ un giovane talento italiano che da parecchi anni sta sulla breccia e che dimostra di saperci stare.
– PIANO TIME

Sul piano dell’efficienza tecnica Restani è già ammirevole, anche perché non si presenta come un semplice macinatore di note. C’è anzi in lui una cura perfino maniacale del suono finalizzato soprattutto all’evidenziazione del canto e a mettere in luce le conquiste timbriche del pianoforte romantico.
– LA NAZIONE

Paolo Restani ha dato saggio d’una lettura equilibrata del sommo testo mozartiano: un suonare attento e misurato nella colta coscienza stilistica.
– IL TEMPO

Trionfa un pianista ventenne: Paolo Restani alle “Serate Musicali” di Milano ha sostituito Weissenberg malato.
– CORRIERE DELLA SERA

Restani vincente ha eseguito l’integrale degli Studi di Chopin.
… Non è stata solo una scelta tecnica, ma anche fortemente espressiva che lo ha visto uscire vincente da una prova di questo tipo: l’attenzione al valore, drammatico o malinconico, irruente o intimo di ogni pagina, si potrebbe dire di ogni battuta.
– IL RESTO DEL CARLINO

Piccolo, grande pianista. Un’impresa di Restani.
…Imprese del genere si sono avute in Italia nel nostro secolo solo tre o quattro volte e mai da pianisti giovani come Restani. Oggi potrebbe riuscirci il greco Sgouros, ma senza la sicurezza e l’autorità messe in campo da Restani.
– IL MATTINO

Il Concerto nr. 2 di Liszt è risultato perfetto: l’attacco sicuro e tranquillo, un bel suono pieno, gli arpeggi e le scale trasparenti e scorrevoli; gli accordi vigorosi, morbidi e squillanti, lo staccato netto, l’uso del pedale equilibrato.
– CORRIERE DELLA SERA

Il pianista Restani fra lirismo e passionalità.
Non molti pianisti, pur già in carriera e rodati da anni al controllo psicologico dell’esecuzione pubblica, possono concedersi il lusso di suonare come bis quell’autentico monumento al virtuosismo che è Mazeppa di Liszt.
… Un concerto che, nella sua compiutezza di espressioni, ha saputo dare la misura di un interprete eccezionale.
– IL MATTINO

Paolo Restani al Teatro S. Carlo di Napoli ha tenuto un recital che, a giudizio della sottoscritta, lasciava senza fiato… Le alchimie di colori hanno in Ravel pregnanze intellettualistiche ineluttabili… Nel modo di concepirne la resa, Restani induceva, talvolta, a rimandare a certe esecuzioni che Michelangeli lasciò esemplari.
– NAPOLI 24 ORE

E’ destinato a inserirsi fin d’ora nella grande tradizione pianistica del nostro paese.
– IL MESSAGGERO

A Santa Cecilia è nata una stella.
La facoltà d’inquadrare le partiture. Un dominio ritmico assoluto, rivelato sin dalle prime battute delle difficilissime Variazioni in la minore di Brahms, e una pulizia del suono sorprendente.
… Gli staccati netti che ricordano (e perché no?) certe zampate da leone di Michelangeli.
… E’ nata una stella e forse è l’antidoto all’ascesa irresistibile di Pogorelich il pianista ormai celebre come fenomeno tecnico di plateale arbitrio stilistico.
– CORRIERE DELLA SERA

Sedici anni ma non gli credete. Paolo Restani, che ha fatto la sua apparizione l’altra sera all’Accademia di Santa Cecilia, è addirittura scioccante… Le 28 Variazioni di Brahms sopra un tema di Paganini hanno trovato nell’esecutore una lucentissima esaltazione.
– PAESE SERA