La nota blu
George Sand racconta Frédéric Chopin

Pamela Villoresi & Paolo Restani
Drammaturgia di Daniela Morelli

Un pianista e un’attrice per interpretare un musicista e una scrittrice: Fryderyk Franciszek Chopin e Aurore Lucile Dupin, detta George Sand.
In scena Paolo Restani e Pamela Villoresi che cura anche la regia.
La nota blu è uno spettacolo in cui la musica di Chopin dialoga e si scontra con l’analisi spietata ma anche amorevole che fa di lui una donna non convenzionale. Lo ha amato, accudito, curato, sostenuto, trascinato in viaggi faticosi, in improbabili escursioni a dorso d’asino, nel vortice mondano dei salotti parigini, lo ha coccolato nelle sua dimora estiva di Nohant, lo ha circondato di ospiti illustri: pittori, scrittori, musicisti… e, alla fine, ha dovuto lasciarlo.
La sua musica che uomo ci racconta?
George Sand che uomo ci racconta?
La fine della loro relazione trova Chopin: “… Completamente spaesato… sbalordito, intontito, stordito”. Lei è furiosa ma capace di scriverne con equilibrio e lucidità: “Infermiera, poiché tale fu la mia missione…”.
La nota blu (la nota perfetta che accorda la musica alla pittura e che ricorre nelle conversazioni dei soggiorni estivi di Nohant) parte proprio da questo epilogo e ci fa conoscere un uomo bisognoso di appoggiarsi a una donna forte, economicamente più solida.
Tormentato dalla malattia, ossessionato dalla musica, moralista, capriccioso ed egocentrico, acuto e sarcastico, irresistibile intrattenitore: ecco Chopin.
George Sand, pseudonimo usato per i suoi romanzi trasgressivi, era dotata di straordinaria vitalità e curiosità. Divorziata, sessualmente libera, socialista antesignana, esploratrice, camminatrice, giardiniera, fu padrona di casa infaticabile e, di notte, scrittrice prolifica di romanzi che le permettevano di mantenere un costoso tenore di vita e di prendersi cura di un musicista dalle esigenze impegnative. Madre imperfetta, preferì il figlio Maurice alla figlia Solange, la prediletta, invece, di Chopin.
Alla fine lui è il genio e lei la donna che ha reso possibile la creazione delle sue opere migliori, capace però di risollevarsi, di liberarsi di un amore squilibrato, raccontandolo ai posteri persino con gratitudine, con la forza (o l’arroganza) di chi sa perdonare.
Daniela Morelli

L’essenza della sua musica è polacca, ma non sarebbe diventato il compositore che noi tutti ricordiamo senza l’anima francese, per questo lo penso come un mezzosangue. Quel che Chopin deve alla Francia è indecifrabile e inenarrabile.
E quel che deve a George Sand?
Con l’attrice/regista che in scena racconta Chopin e con la drammaturga che organizza e traduce i numerosi spunti biografici e personali apportati da ognuno di noi, abbiamo immaginato il rapporto di Chopin con l’universo femminile, il suo tormento ma anche il fascino e l’allegria che ne derivavano, “Coloro che non ridono mai non sono persone serie”: era il suo motto.
“La nota blu” è uno spettacolo costruito districandoci in questo labirinto di sensazioni, sentimenti, psicologie, turbamenti e malinconie. Una messa in scena che coglie nel rapporto tra il musicista e la scrittrice aspetti e quotidianità che raccontano collaborazione, incontro, venerazione e dipendenza più che relazione sentimentale. Un’esaltazione ma anche una devastazione.
Due persone così speculari e nello stesso tempo così antitetiche fanno venire i brividi.
Che cosa ha dato Chopin alla Sand e la Sand a Chopin?
Nove anni insieme sono un segno indelebile nella breve vita di un uomo fragile come Chopin (1810-1849). Da pianista, da studioso, da archeologo della sua musica, mi sento di dire che quasi nove anni hanno dato alla luce le cose più formidabili che Chopin poteva esprimere nel suo tempo e che resteranno immortali, nella storia.
Lo deve Chopin all’ambiente culturale di cui lei sapeva circondarlo? Delacroix, Hugo, Balzac… Alla campagna del Bérry, così simile alla sua Polonia, al “castello” di Nohant? Alla dedizione di lei? All’ambivalenza del loro legame?
Un legame misterioso che con Pamela interpretiamo sulla scena: George Sand lei e Frédéric Chopin io.
Il che fa anche di me un mezzosangue? Musicista e attore?
No, solo un pianista.
Paolo Restani

Pamela Villoresi voce recitante e regia
Paolo Restani pianista
Drammaturgia di Daniela Morelli
Immagini di Massimo Catalani

Frédéric Chopin
Fantasia in fa min. op. 49
Notturno in mi min. op. 72 nr. 1
Étude in mi magg. op. 10 nr. 3 “Tristesse”
Notturno in mi bem. magg. op. 9 nr. 2
Notturno in do diesis min. op. posth.
Étude in do min. op. 10 nr. 12 “La caduta di Varsavia”
Notturno in si magg. op. 9 nr. 3
Fantaisie-Impromptu in do diesis min. op. 66
Polonaise in la bem. magg. op. 53 “Eroica”
Polonaise in fa diesis min. op. 44 “Tragic”

Biografia Pamela Villoresi

Biografia Daniela Morelli

Biografia Massimo Catalani

Il Regno di Rücken
Wolfgang Amadeus Mozart: la vita

Chiara Muti & Paolo Restani

E’ attraverso gli occhi di un bambino che inoltriamo, incerti, il nostro passo nell’universo fantastico del più alto genio musicale…

Un viaggio dove la musica rincorre le emozioni dell’uomo… le eleva… prosciugandole della loro umanità…

Un viaggio dove la quotidianità scandisce in tempi musicali le sensazioni, le aspettative, le gioie, le disillusioni, le paure, le umiliazioni, le miserie, i dolori dell’Uomo che più di ogni altro si avvicinò a Dio.

Il regno di Rücken è il mondo fantastico immaginato dal piccolo Wolfgang Amadeus e citato nelle sue lettere.

Aspetti di una vita: il racconto
Chiara Muti “dà voce” a momenti della vita di Mozart interpretando alcune problematiche tra uomo e genio, tra l’assoluto della natura mozartiana e i limiti del tempo in cui lui visse: aneddoti, documenti, lettere al padre Leopold, alla madre, alla cugina sono al centro della recitazione.
Paolo Restani suona capolavori di Mozart e trascrizioni lisztiane; in alcuni casi la musica “si intreccia” alla narrazione congiungendo le note del pianoforte alle “note emotive” dell’interiorità del compositore salisburghese.
Il repertorio pianistico in programma spazia dai primissimi, già interessanti e preziosi, brani del piccolo Wolfgang (Minuetto in sol maggiore K. 1, Allegro in do maggiore K. 9a, Klavierstück in fa maggiore K. 33b) agli estremi Confutatis e Lacrymosa dal Requiem K. 626 e Ave Verum Corpus K. 618 nelle trascrizioni pianistiche di Franz Liszt, passando da capolavori come la Fantasia K. 475, il Rondò in re maggiore K. 485, la Giga in sol maggiore K. 574.

Chiara Muti voce recitante e regia
Paolo Restani pianista

Wolfgang Amadeus Mozart
Rondò K. 485
Minuetto K. 1
Allegro K. 9a
Presto – dalla Sonata K. 310
Klavierstück K. 33b
Alla Turca – dalla Sonata K. 331
Fantasia K. 475
Adagio – dalla Sonata K. 457
Fantasia K. 397
Giga K. 574
Adagio – dalla Sonata K. 280
Wolfgang Amadeus Mozart-Franz Liszt
Confutatis e Lacrymosa (dal Requiem K. 626)
Ave verum corpus K. 618

Biografia Chiara Muti

Il sogno di Ludwig
Ludwig II e Richard Wagner: gli ultimi giorni

Chiara Muti & Paolo Restani

E’ il racconto di una passione… di un fuoco divoratore… l’ossessione che lega indissolubilmente Ludwig di Baviera a Richard Wagner. Avvolto dalle nubi visionarie del mondo musicale del grande compositore, Ludwig perde se stesso… divorato dalla follia… Ed è leggenda.

Chiara Muti è la voce delle mutevoli trasformazioni della passione che divora se stessa fino all’annientamento. La recitazione include brani del romanzo di Klaus Mann “La Finestra con le sbarre” – che ripropone le ultime 48 ore di vita di Ludwig al Castello di Berg, fino al misterioso suicidio nel lago di Starnberg – oltre a poesie dello stesso Ludwig e a pagine tratte dalla corrispondenza con la cugina Sissi, l’imperatrice d’Austria.

Paolo Restani interpreta il sogno wagneriano di Ludwig nelle trascrizioni e nelle opere originali per pianoforte di Franz Liszt.

Richard Wagner – Ludwig II di Baviera
Del lungo rapporto platonico tra re Ludwig II di Baviera e il compositore Richard Wagner – definito “unico, sublime e divino amico” dal re stesso – esiste una nutrita corrispondenza che si snoda tra alti e bassi nel periodo compreso tra il 1864 (salita al trono di Ludwig) e il 1883 (morte di Wagner).
La prima lettera di Wagner a Ludwig è datata 3 maggio 1864 e la risposta immediata di Ludwig è del 5 maggio. L’ultima lettera inviata a Wagner dal sovrano bavarese, preoccupato per la cagionevole salute del suo amico, è datata 26 Novembre 1882 e venne scritta mentre il re soggiornava nel castello di Hohenschwangau. La lunghissima risposta è datata 10 Gennaio 1883. In quest’ultima lettera Wagner, ormai molto malato, rinnova tutta la sua devozione e riconoscenza al suo “augusto benefattore”, quasi si sentisse vicino alla fine dei suoi giorni.
Infatti un mese dopo, il 13 Febbraio, nel Palazzo Vendramin di Venezia, Wagner si spegnerà su un piccolo divano “dorato e rivestito di damasco rosso” che si può oggi ammirare nella Villa Wahnfried di Bayreuth, dove ha vissuto e dove è sepolto nella quiete del giardino.
Ludwig, prostrato dal grande dolore, farà ricoprire con un velo nero il grande pianoforte in legno chiaro sul quale Wagner aveva suonato solo per lui quando soggiornava al castello di Hohenschwangau. Terminava così il grande sogno musicale del sovrano bavarese.

Chiara Muti voce recitante e regia
Paolo Restani pianista

Franz Liszt
Transcendental Étude nr. 11 Harmonies du Soir
R.W.-Venezia
Transcendental Étude nr. 3 Paysage
Richard Wagner-Franz Liszt
Isoldens Liebestod (Tristan und Isolde)
Feierlicher Marsch (Parsifal)
Elsas Brautzug zum Münster (Lohengrin)

Biografia Chiara Muti

Prospettiva Nevsky
Gogol e i Preludi di Rachmaninov

Chiara Muti & Paolo Restani

Paolo Restani e Chiara Muti interagiscono tra note e parole creando un “racconto” che rende la sensibilità, gli stati emotivi, la psicologia dei personaggi della Prospettiva Nevsky… una modalità evocativa che porta sul palcoscenico l’identità artistica del ‘900 russo.

Prospettiva Nevsky: squarci della (e nella) Russia di fine ‘800 tra Gogol e Rachmaninov
Prospettiva Nevsky (Nevskij Prospèkt) è un racconto (forse il più celebre) dello scrittore Nikolaj Vasil’evič Gogol’. Scritto tra il 1831 e il 1834 e pubblicato per la prima volta nel 1835.
Come pure le altre sue opere narrative, incontrò molte difficoltà nell’ottenere il visto della censura perché si impone come un suggestivo e bruciante spaccato della decadenza della società zarista nel XIX Secolo pochi decenni prima delle grandi catastrofi mondiali (prima la Guerra Russo-Giapponese del 1905 e i primi moti rivoluzionari nel Mar Nero e ad Odessa, poi la Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione d’Ottobre) che segnarono il definitivo ed irreversibile tramonto del più vasto impero continentale del pianeta.
Il racconto si apre con una lunga descrizione della Prospettiva Nevsky, la più grande ed importante via di Pietroburgo, il nucleo caldo della città: una vera e propria passerella dove si trovano persone di qualsiasi estrazione e che brulica sempre di persone ed è piena di negozi. Gli unici momenti in cui è vuota è a metà mattinata e a metà pomeriggio, negli orari lavorativi. La sera la strada si tinge di una luce sensuale che fa cambiare aspetto a qualsiasi cosa. Proprio in questo momento della giornata inizia la storia. Una storia che vede due giovani protagonisti invischiati in sordide passioni senza speranza e completamente al di fuori di ogni concetto di normalità. Il primo finisce suicida per l’amore, incompreso e non corrisposto, per una giovane prostituta, il secondo insidia la moglie di un artigiano tedesco perennemente ubriaco finendo non solo per cercare di violentarla ma anche malmenato da questi e dai suoi amici. Uno spaccato grottesco ed assurdo di quella che oggi definiremmo la peggiore “movida” di una capitale europea dove la decadenza dei costumi e dei freni inibitori della media ed alta borghesia altro non è che lo specchio di una rovina generale che nelle vicende storiche che attendono l’Impero nei successivi 70/80 anni troverà l’epilogo più scontato quanto drammatico.
A questo contesto letterario fanno da sfondo i Preludi di Rachmaninov, opere mirabili nelle quali il tardo e il post-romanticismo delle grandi forme nelle quali il compositore eccelleva (i Concerti per pianoforte e orchestra e più ancora le Sinfonie) si “contrae” e si dissolve trasformandosi in un vero e proprio aspro decadentismo musicale ed espressivo. Veri e propri aforismi musicali: nella loro cruda e potente espressività anche quando il lirismo prende il sopravvento e il canto descrive – propriamente ed efficacemente – la dissoluzione irreversibile di un mondo e di un’epoca che si consumerà definitivamente sui campi di battaglia europei ed asiatici nei decenni successivi e fino al 1945.

Chiara Muti voce recitante e regia
Paolo Restani pianista

Sergej Rachmaninov
Preludio op. 32 nr. 1 in do magg. (allegro vivace)
Preludio op. 23 nr. 4 in re magg. (andante cantabile)
Preludio op. 32 nr. 2 in si bem. min. (allegretto)
Preludio op. 32 nr. 6 in fa min. (allegro appassionato)
Preludio op. 32 nr. 5 in sol magg. (moderato)
Preludio op. 32 nr. 12 in sol diesis min. (allegro)
Preludio op. 32 nr. 10 in si min. (lento)
Preludio op. 3 nr. 2 in do diesis min. (lento)

Biografia Chiara Muti

Croce e delizia… signora mia!
Storie di vita vissuta… per pianoforte e voce recitante

Simona Marchini & Paolo Restani

L’incontro con l’opera nasce dalla mia infanzia: eroi, eroine, drammi, passioni… tutto ciò ha nutrito la mia vita, e quella della mia famiglia, da quando ho memoria condivisa con nonni e genitori. Spesso l’immedesimazione era fortemente emotiva, fino alle lacrime.
Passavo tutto il repertorio, dal martirio d’amore alla malizia giocosa dell’intrigo sentimentale…
Insomma ero totalmente immersa in un fantastico mondo pieno di suoni, costumi, luci e voci “miracolose”…
Bene, tutto questo si è sedimentato, depositato nei molti strati del mio patrimonio di vita e di esperienza ed è diventato “spettacolo”.
Credo di avere fatto un genere di teatro dedicato all’opera assolutamente unico: “Salotto Carmen” (1986 Piccolo Regio-Fenice) e “Dossier Trovatore” (1990 Festival Verdiano, Parma) e monologhi da personaggio di “Quelli della notte” con tutta l’ingenuità, la tenerezza e l’immedesimazione di un’anima semplice. Ironia leggera, ma anche commozione di fronte a un “genere” che è denso di storia e di identità culturale.
Da qui nasce l’idea di raccontare tre storie appassionanti di Giuseppe Verdi (Traviata, Rigoletto, Trovatore), la cosiddetta trilogia popolare… a modo mio, coinvolgendo l’arte raffinatissima di Paolo Restani che descrive al pianoforte temi verdiani attraverso le parafrasi di Franz Liszt (Aida, Trovatore, Rigoletto).
E’ sicuramente un connubio audace ma l’intenzione è un intrattenimento colto, gentile e appassionato su una “materia” che risuona nel profondo di ciascuno di noi. Basta che abbia occhi sensibili e “sorridenti” per guardare il melodramma con l’amore dovuto.
Simona Marchini

Simona Marchini voce recitante
Paolo Restani pianista
Scritto da Simona Marchini e Claudio Pallottini
Regia di Marco Mattolini

Giuseppe Verdi-Franz Liszt
Aida: Danza sacra e duetto finale S. 436
Miserere du Trovatore S. 433
Rigoletto: Paraphrase de Concert S. 434

Biografia Simona Marchini

La nota blu
George Sand racconta Frédéric Chopin

Pamela Villoresi & Paolo Restani
Drammaturgia di Daniela Morelli

Un pianista e un’attrice per interpretare un musicista e una scrittrice: Fryderyk Franciszek Chopin e Aurore Lucile Dupin, detta George Sand.
In scena Paolo Restani e Pamela Villoresi che cura anche la regia.
La nota blu è uno spettacolo in cui la musica di Chopin dialoga e si scontra con l’analisi spietata ma anche amorevole che fa di lui una donna non convenzionale. Lo ha amato, accudito, curato, sostenuto, trascinato in viaggi faticosi, in improbabili escursioni a dorso d’asino, nel vortice mondano dei salotti parigini, lo ha coccolato nelle sua dimora estiva di Nohant, lo ha circondato di ospiti illustri: pittori, scrittori, musicisti… e, alla fine, ha dovuto lasciarlo.
La sua musica che uomo ci racconta?
George Sand che uomo ci racconta?
La fine della loro relazione trova Chopin: “… Completamente spaesato… sbalordito, intontito, stordito”. Lei è furiosa ma capace di scriverne con equilibrio e lucidità: “Infermiera, poiché tale fu la mia missione…”.
La nota blu (la nota perfetta che accorda la musica alla pittura e che ricorre nelle conversazioni dei soggiorni estivi di Nohant) parte proprio da questo epilogo e ci fa conoscere un uomo bisognoso di appoggiarsi a una donna forte, economicamente più solida.
Tormentato dalla malattia, ossessionato dalla musica, moralista, capriccioso ed egocentrico, acuto e sarcastico, irresistibile intrattenitore: ecco Chopin.
George Sand, pseudonimo usato per i suoi romanzi trasgressivi, era dotata di straordinaria vitalità e curiosità. Divorziata, sessualmente libera, socialista antesignana, esploratrice, camminatrice, giardiniera, fu padrona di casa infaticabile e, di notte, scrittrice prolifica di romanzi che le permettevano di mantenere un costoso tenore di vita e di prendersi cura di un musicista dalle esigenze impegnative. Madre imperfetta, preferì il figlio Maurice alla figlia Solange, la prediletta, invece, di Chopin.
Alla fine lui è il genio e lei la donna che ha reso possibile la creazione delle sue opere migliori, capace però di risollevarsi, di liberarsi di un amore squilibrato, raccontandolo ai posteri persino con gratitudine, con la forza (o l’arroganza) di chi sa perdonare.

Pamela Villoresi voce recitante e regia
Paolo Restani pianista
Drammaturgia di Daniela Morelli
Immagini di Massimo Catalani

Frédéric Chopin
Fantasia in fa min. op. 49
Notturno in mi min. op. 72 nr. 1
Étude in mi magg. op. 10 nr. 3 “Tristesse”
Notturno in mi bem. magg. op. 9 nr. 2
Notturno in do diesis min. op. posth.
Étude in do min. op. 10 nr. 12 “La caduta di Varsavia”
Notturno in si magg. op. 9 nr. 3
Fantaisie-Impromptu in do diesis min. op. 66
Polonaise in la bem. magg. op. 53 “Eroica”
Polonaise in fa diesis min. op. 44 “Tragic”

Il Regno di Rücken
Wolfgang Amadeus Mozart: la vita

Chiara Muti & Paolo Restani

E’ attraverso gli occhi di un bambino che inoltriamo, incerti, il nostro passo nell’universo fantastico del più alto genio musicale…

Un viaggio dove la musica rincorre le emozioni dell’uomo… le eleva… prosciugandole della loro umanità…

Un viaggio dove la quotidianità scandisce in tempi musicali le sensazioni, le aspettative, le gioie, le disillusioni, le paure, le umiliazioni, le miserie, i dolori dell’Uomo che più di ogni altro si avvicinò a Dio.

Il regno di Rücken è il mondo fantastico immaginato dal piccolo Wolfgang Amadeus e citato nelle sue lettere.

Aspetti di una vita: il racconto
Chiara Muti “dà voce” a momenti della vita di Mozart interpretando alcune problematiche tra uomo e genio, tra l’assoluto della natura mozartiana e i limiti del tempo in cui lui visse: aneddoti, documenti, lettere al padre Leopold, alla madre, alla cugina sono al centro della recitazione.
Paolo Restani suona capolavori di Mozart e trascrizioni lisztiane; in alcuni casi la musica “si intreccia” alla narrazione congiungendo le note del pianoforte alle “note emotive” dell’interiorità del compositore salisburghese.
Il repertorio pianistico in programma spazia dai primissimi, già interessanti e preziosi, brani del piccolo Wolfgang (Minuetto in sol maggiore K. 1, Allegro in do maggiore K. 9a, Klavierstück in fa maggiore K. 33b) agli estremi Confutatis e Lacrymosa dal Requiem K. 626 e Ave Verum Corpus K. 618 nelle trascrizioni pianistiche di Franz Liszt, passando da capolavori come la Fantasia K. 475, il Rondò in re maggiore K. 485, la Giga in sol maggiore K. 574.

Chiara Muti voce recitante e regia
Paolo Restani pianista

Wolfgang Amadeus Mozart
Rondò K. 485
Minuetto K. 1
Allegro K. 9a
Presto – dalla Sonata K. 310
Klavierstück K. 33b
Alla Turca – dalla Sonata K. 331
Fantasia K. 475
Adagio – dalla Sonata K. 457
Fantasia K. 397
Giga K. 574
Adagio – dalla Sonata K. 280
Wolfgang Amadeus Mozart-Franz Liszt
Confutatis e Lacrymosa (dal Requiem K. 626)
Ave verum corpus K. 618

Biografia Chiara Muti

Il sogno di Ludwig
Ludwig II e Richard Wagner: gli ultimi giorni

Chiara Muti & Paolo Restani

E’ il racconto di una passione… di un fuoco divoratore… l’ossessione che lega indissolubilmente Ludwig di Baviera a Richard Wagner. Avvolto dalle nubi visionarie del mondo musicale del grande compositore, Ludwig perde se stesso… divorato dalla follia… Ed è leggenda.

Chiara Muti è la voce delle mutevoli trasformazioni della passione che divora se stessa fino all’annientamento. La recitazione include brani del romanzo di Klaus Mann “La Finestra con le sbarre” – che ripropone le ultime 48 ore di vita di Ludwig al Castello di Berg, fino al misterioso suicidio nel lago di Starnberg – oltre a poesie dello stesso Ludwig e a pagine tratte dalla corrispondenza con la cugina Sissi, l’imperatrice d’Austria.

Paolo Restani interpreta il sogno wagneriano di Ludwig nelle trascrizioni e nelle opere originali per pianoforte di Franz Liszt.

Richard Wagner – Ludwig II di Baviera
Del lungo rapporto platonico tra re Ludwig II di Baviera e il compositore Richard Wagner – definito “unico, sublime e divino amico” dal re stesso – esiste una nutrita corrispondenza che si snoda tra alti e bassi nel periodo compreso tra il 1864 (salita al trono di Ludwig) e il 1883 (morte di Wagner).
La prima lettera di Wagner a Ludwig è datata 3 maggio 1864 e la risposta immediata di Ludwig è del 5 maggio. L’ultima lettera inviata a Wagner dal sovrano bavarese, preoccupato per la cagionevole salute del suo amico, è datata 26 Novembre 1882 e venne scritta mentre il re soggiornava nel castello di Hohenschwangau. La lunghissima risposta è datata 10 Gennaio 1883. In quest’ultima lettera Wagner, ormai molto malato, rinnova tutta la sua devozione e riconoscenza al suo “augusto benefattore”, quasi si sentisse vicino alla fine dei suoi giorni.
Infatti un mese dopo, il 13 Febbraio, nel Palazzo Vendramin di Venezia, Wagner si spegnerà su un piccolo divano “dorato e rivestito di damasco rosso” che si può oggi ammirare nella Villa Wahnfried di Bayreuth, dove ha vissuto e dove è sepolto nella quiete del giardino.
Ludwig, prostrato dal grande dolore, farà ricoprire con un velo nero il grande pianoforte in legno chiaro sul quale Wagner aveva suonato solo per lui quando soggiornava al castello di Hohenschwangau. Terminava così il grande sogno musicale del sovrano bavarese.

Chiara Muti voce recitante e regia
Paolo Restani pianista

Franz Liszt
Transcendental Étude nr. 11 Harmonies du Soir
R.W.-Venezia
Transcendental Étude nr. 3 Paysage
Richard Wagner-Franz Liszt
Isoldens Liebestod (Tristan und Isolde)
Feierlicher Marsch (Parsifal)
Elsas Brautzug zum Münster (Lohengrin)

Biografia Chiara Muti

Prospettiva Nevsky
Gogol e i Preludi di Rachmaninov

Chiara Muti & Paolo Restani

Paolo Restani e Chiara Muti interagiscono tra note e parole creando un “racconto” che rende la sensibilità, gli stati emotivi, la psicologia dei personaggi della Prospettiva Nevsky… una modalità evocativa che porta sul palcoscenico l’identità artistica del ‘900 russo.

Prospettiva Nevsky: squarci della (e nella) Russia di fine ‘800 tra Gogol e Rachmaninov
Prospettiva Nevsky (Nevskij Prospèkt) è un racconto (forse il più celebre) dello scrittore Nikolaj Vasil’evič Gogol’. Scritto tra il 1831 e il 1834 e pubblicato per la prima volta nel 1835.
Come pure le altre sue opere narrative, incontrò molte difficoltà nell’ottenere il visto della censura perché si impone come un suggestivo e bruciante spaccato della decadenza della società zarista nel XIX Secolo pochi decenni prima delle grandi catastrofi mondiali (prima la Guerra Russo-Giapponese del 1905 e i primi moti rivoluzionari nel Mar Nero e ad Odessa, poi la Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione d’Ottobre) che segnarono il definitivo ed irreversibile tramonto del più vasto impero continentale del pianeta.
Il racconto si apre con una lunga descrizione della Prospettiva Nevsky, la più grande ed importante via di Pietroburgo, il nucleo caldo della città: una vera e propria passerella dove si trovano persone di qualsiasi estrazione e che brulica sempre di persone ed è piena di negozi. Gli unici momenti in cui è vuota è a metà mattinata e a metà pomeriggio, negli orari lavorativi. La sera la strada si tinge di una luce sensuale che fa cambiare aspetto a qualsiasi cosa. Proprio in questo momento della giornata inizia la storia. Una storia che vede due giovani protagonisti invischiati in sordide passioni senza speranza e completamente al di fuori di ogni concetto di normalità. Il primo finisce suicida per l’amore, incompreso e non corrisposto, per una giovane prostituta, il secondo insidia la moglie di un artigiano tedesco perennemente ubriaco finendo non solo per cercare di violentarla ma anche malmenato da questi e dai suoi amici. Uno spaccato grottesco ed assurdo di quella che oggi definiremmo la peggiore “movida” di una capitale europea dove la decadenza dei costumi e dei freni inibitori della media ed alta borghesia altro non è che lo specchio di una rovina generale che nelle vicende storiche che attendono l’Impero nei successivi 70/80 anni troverà l’epilogo più scontato quanto drammatico.
A questo contesto letterario fanno da sfondo i Preludi di Rachmaninov, opere mirabili nelle quali il tardo e il post-romanticismo delle grandi forme nelle quali il compositore eccelleva (i Concerti per pianoforte e orchestra e più ancora le Sinfonie) si “contrae” e si dissolve trasformandosi in un vero e proprio aspro decadentismo musicale ed espressivo. Veri e propri aforismi musicali: nella loro cruda e potente espressività anche quando il lirismo prende il sopravvento e il canto descrive – propriamente ed efficacemente – la dissoluzione irreversibile di un mondo e di un’epoca che si consumerà definitivamente sui campi di battaglia europei ed asiatici nei decenni successivi e fino al 1945.

Chiara Muti voce recitante e regia
Paolo Restani pianista

Sergej Rachmaninov
Preludio op. 32 nr. 1 in do magg. (allegro vivace)
Preludio op. 23 nr. 4 in re magg. (andante cantabile)
Preludio op. 32 nr. 2 in si bem. min. (allegretto)
Preludio op. 32 nr. 6 in fa min. (allegro appassionato)
Preludio op. 32 nr. 5 in sol magg. (moderato)
Preludio op. 32 nr. 12 in sol diesis min. (allegro)
Preludio op. 32 nr. 10 in si min. (lento)
Preludio op. 3 nr. 2 in do diesis min. (lento)

Biografia Chiara Muti

Croce e delizia… signora mia!
Storie di vita vissuta… per pianoforte e voce recitante

Simona Marchini & Paolo Restani

L’incontro con l’opera nasce dalla mia infanzia: eroi, eroine, drammi, passioni… tutto ciò ha nutrito la mia vita, e quella della mia famiglia, da quando ho memoria condivisa con nonni e genitori. Spesso l’immedesimazione era fortemente emotiva, fino alle lacrime.
Passavo tutto il repertorio, dal martirio d’amore alla malizia giocosa dell’intrigo sentimentale…
Insomma ero totalmente immersa in un fantastico mondo pieno di suoni, costumi, luci e voci “miracolose”…
Bene, tutto questo si è sedimentato, depositato nei molti strati del mio patrimonio di vita e di esperienza ed è diventato “spettacolo”.
Credo di avere fatto un genere di teatro dedicato all’opera assolutamente unico: “Salotto Carmen” (1986 Piccolo Regio-Fenice) e “Dossier Trovatore” (1990 Festival Verdiano, Parma) e monologhi da personaggio di “Quelli della notte” con tutta l’ingenuità, la tenerezza e l’immedesimazione di un’anima semplice. Ironia leggera, ma anche commozione di fronte a un “genere” che è denso di storia e di identità culturale.
Da qui nasce l’idea di raccontare tre storie appassionanti di Giuseppe Verdi (Traviata, Rigoletto, Trovatore), la cosiddetta trilogia popolare… a modo mio, coinvolgendo l’arte raffinatissima di Paolo Restani che descrive al pianoforte temi verdiani attraverso le parafrasi di Franz Liszt (Aida, Trovatore, Rigoletto).
E’ sicuramente un connubio audace ma l’intenzione è un intrattenimento colto, gentile e appassionato su una “materia” che risuona nel profondo di ciascuno di noi. Basta che abbia occhi sensibili e “sorridenti” per guardare il melodramma con l’amore dovuto.
Simona Marchini

Simona Marchini voce recitante
Paolo Restani pianista
Scritto da Simona Marchini e Claudio Pallottini
Regia di Marco Mattolini

Giuseppe Verdi-Franz Liszt
Aida: Danza sacra e duetto finale S. 436
Miserere du Trovatore S. 433
Rigoletto: Paraphrase de Concert S. 434

Biografia Simona Marchini